Come la AR, la realtà aumentata, cambierà il mondo del business.

Il vantaggio competitivo degli strumenti digitali diventa terreno di battaglia tra colossi e non solo.

  • 07/05/2019 - 09:05

Negli anni 90 la tecnologia AR era impiegata in settori molti tecnici e con budget straordinari come la Difesa o la ricerca.
Con il nuovo millennio viene sdoganata al grande pubblico soprattutto nel campo videoludico e nell’infotainment.

Ma che cos’è all’atto pratico la realtà aumentata e in cosa si differenzia dalla realtà virtuale (VR)?

Prendiamo proprio l’esempio videoludico: nel 2016 Sony annuncia la PS VR, un visore indossabile da cui fruire videogames in maniera immersiva, escludendo completamente l’ambiente reale dall’esperienza. Nello stesso anno Niantic genera un vero e proprio terremoto nel settore videoludico con l’uscita di Pokemon Go, app mobile in cui l’esperienza di gioco è radicata nel mondo reale, grazie alla realtà aumentata che trasforma uno smartphone dotato di fotocamera e giroscopio in una sorta di finestra in cui convivono oggetti reali e digitali.

Da una parte quindi si avrà una simulazione di un ambiente artificiale in cui muoversi ed operare, dall’altra una sovrapposizione di due livelli, il reale ed il digitale.

Colossi come Google (google glass) e Microsoft (Hololens) si sono già dotati di questa tecnologia e ne stanno sviluppando le applicazioni.
Ma, a patto che non siate sviluppatori di videogiochi, come può questa tecnologia entrare nel mondo dell’impresa e della produzione?
Secondo IDC, i 9 miliardi di dollari investiti in AR nel 2017 raggiungeranno i 215 miliardi nel 2021. Altre agenzie ridimensionano questi ma dati, ma ne confermano il trend in crescita quasi esponenziale.

Per capire questi numeri occorre comprendere a fondo l’impatto che la realtà aumentata ha ed avrà nel business e nell’industria 4.0.
Boeing, con l’implemento dell’AR nei processi di assemblaggio, ha aumentato la produttività del 40%, ridotto i tempi del 25% ed abbassato il tasso di errori umani; Ford ha ridotto del 70% gli infortuni sul lavoro grazie all’adozione di realtà aumentata collegata a sensori indossati dai dipendenti per tracciarne il movimento.
Ciò avviene, ad esempio, con la proiezione di istruzioni step by step su visori o tablet, che guidano l’operatore aumentandone l’efficienza, la velocità, la sicurezza e riducendo il rischio di errore.

Molti altri potrebbero essere gli esempi, in cui compare anche la realtà virtuale orientata alle simulazioni ed alla formazione o collaborazione a distanza.
L’Unione Europea ha accettato la sfida e, nell’ambito del programma Horizon 2020, sta finanziando numerosi progetti di conversione industriale in quella che oggi è definita Industry 4.0, progetti che riguardano un nuovo set di tecnologie (non solo l’AR/VR) che comprendono anche software per l’analisi di Big Data ed orientati alla Ricerca & Sviluppo, includendo nei finanziamenti anche le PMI.

Fonti: IDC, Capgemini